Paperino e il Natale in grigio *½ (1953)

Paperino e il Natale in grigio *½ (Donald Duck in White Christmas, USA 1953, col., 17 p.) Del Connell (S) e Jack Bradbury (D), Walt Disney’s Christmas Parade #5 ([11/]1953 [6/10/1953]). Natale questa volta si presenta senza neve. Paperino e Qui Quo Qua, alla strenua ricerca dello spirito natalizio, vogliono trascorrere quindi le vacanze nella confortevole baita di Zio Paperone. Riescono a ottenere dallo Zione il permesso grazie al suggerimento non troppo onesto di Paperino all’anziano parente, in ambasce per la mancata vendita di slitte e toboga: Paperone dovrebbe annunciare, tramite il suo giornale, l’imminente nevicata, indi tornare in seguito sui propri passi dichiarando che si è trattato di un errore. Mentre Paperino e i Nipotini si installano nella baita paperoniana (accorgendosi che, in tale struttura, ogni servizio necessita di un pedaggio), l’iniziativa sembra andare a buon fine, se non fosse che i commercianti vendono i veicoli invernali con la garanzia di restituire il denaro nel caso che non si verifichi la nevicata. Paperone è quindi tornato al punto di partenza. Per non dover rinunciare alla vacanza, Paperino corre ai ripari consigliando allo zio – dopo l’istruttiva osservazione dell’operato di un topolino nella baita – di spargere scaglie di sapone sulla città per mimare la neve. Anche questo secondo rimedio sembra fallire, nel momento in cui si scatena un temporale, ma niente è detto definitivamente. Connell stavolta fa un passo falso: se il problema principale non è la standardizzazione sul tradizionale messaggio natalizio, e se intriga la particolare comicità nel rapporto instauratosi fra Paperone e nipote, nonché nel buffo ritratto psicologico di Paperone stesso (questi si batte la testa contro il muro dalla disperazione per i mancati guadagni, per poi mutare in un vertiginoso positivo il suo precedente atteggiamento verso Paperino, non appena questi si presenta quale suo salvatore), i personaggi non sono coinvolgenti quanto in Guido Martina, e la storia smette di interessare già alla sua metà, la gestione dei deus ex machina – il topolino dalla coda annodata e le sue operazioni in casa di Paperino e poi alla baita – è poi un altro segno di grossolanità.

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