Topolino e la cassetta elettronica *** (1943/44)

Topolino e la cassetta elettronica *** (s. t., poi Mickey Mouse – The ’Lectro Box, USA 1943/1944, b/n, 90 strisce) Bill Walsh (S) e Floyd Gottfredson (D), strisce giornaliere 25/10/1943-5/2/1944. Topolino costruisce un piccolo apparecchio elettronico come giocattolo per il nipote Tip, che egli vuole avviare pian piano alla conoscenza della tecnologia. Involontariamente, però, Topolino ha creato uno strumento dal potere immenso capace di materializzargli in giardino la Casa Bianca, ingrandire i batteri, richiamare individui vissuti in altre epoche (come il suo bisnonno Jonathan Mouse) e tanto altro ancora. La maggior parte della gente è scettica o indifferente nei suoi riguardi, fino a quando Topolino è accolto benevolmente dal prof. Redundant… che però si dissolve quando il raggio della cassetta è indirizzato verso di lui. Da quel momento in poi il congegno combina una serie di guai e in casa di Topolino si presenta il dott. Grut: vorrebbe la sua scatola per «scopi umanitari», in realtà è un criminale e ha come servitori una pletora di semivivi [Aberzombies in originale], muti e dalle orbite vuote perché Grut ha loro asportato parte del cervello. Ed è la stessa cosa che, portati con sé Topolino e Pluto nel proprio castello, vuole fare al primo. Un miscuglio affascinante e lievemente naïf di science-fiction e orrore per una vicenda tetra in cui la cordiale e propositiva lezione di elettronica di Topolino a Tip (l’«era atomico-elettronica» annunciata da Hugo Gernsback sembrava bussare alla porta) permetterà poi il destabilizzante ingresso dell’horror nella narrativa walshiana: dapprima adombrato da una componente quasi demenziale e cartoonesca (il microbo Buster raccatta-birilli per Pippo, la pianta carnivora gigante innamorata dell’albero di pesco in una sequenza che omaggia la Silly Symphony Disney Flowers and Trees), erompe con la sparizione istantanea del dott. Redundant e soprattutto con la comparsa del dott. Grut, scienziato imponente e nerovestito a metà tra Barbablù e Landru, la cui servitù costituita da semivivi allude all’esercito di zombi per il Terzo Reich che vuol creare dalla Louisiana il personaggio di John Carradine in Revenge of the Zombies (1943). Il suo castello degli orrori atavici, reminiscenza di quello del corto Disney The Mad Doctor (1933) e della coeva storia di Gottfredson che ne derivò (Topolino e Orazio nel castello incantato), allude in realtà all’incubo di una scienza dall’immenso potere: la cassetta elettronica costruita da Topolino, moderna lampada di Aladino, è indistruttibile (si rimette insieme da sé dopo che Topolino l’ha smontata e sotterrata) e incontrollabile, può fare letteralmente di tutto fino a spiare dentro la mente dei personaggi abbattendone così le ultime censure (i raggi X che mostrano il subconscio di Pluto). Significativo è che a fine storia Grut sia messo a lavorare per il governo USA! Divertente – e oggi inaccettabile – che la cassetta elettronica proietti un video con tre giapponesi intenti a progettare un piano d’attacco e poi la frequenza cambi mostrando tre grossi ratti nella stessa loro posizione. L’irragionevole incredulità di Pippo di fronte ai prodigi della cassetta anticipa quella nei confronti di Eta Beta di qualche anno dopo. Molto felice la focalizzazione di Gottfredson sulla variegata espressività di animali e vegetali (questi ultimi, quando umanizzati!), e Pluto assurge a vero co-protagonista. L’ultima storia in cui i nipoti Tip e Tap appaiono insieme si è chiusa qualche mese prima (Topolino in “Vacanza incivile”): ora il fatto che Topolino regali a Tip la scatola elettronica rientra nel progetto – in seguito dichiarato esplicitamente da Gottfredson – di rendere Tip [Morty in originale], una volta escluso dalla striscia il fratello Tap [Ferdie], un piccolo genio della tecnologia. Il ripasso a china è di Dick Moores. Nota anche come March of the Zombies, in Italia come Topolino e la fantastica invenzione. Seguita dalla breve Topolino e Pluto eroe. Il King Features Syndicate di William Randolph Hearst, responsabile della diffusione delle sue strisce sui quotidiani, provvide a censurare l’irriverente, ultimissima vignetta della storia, in cui Topolino affida la cassetta elettronica nelle mani di un valido team di scienziati i quali lo esortano a non preoccuparsi («Le insegneremo noi le buone maniere!») ma non si accorgono che il suo raggio li ha già ridotti in mutande. Gli scienziati vennero frettolosamente rivestiti, mentre la vignetta originale è stata ora ricostruita dal disegnatore Henrieke Goorhuis in occasione della ristampa della storia sul 7° volume della collana USA dedicata alla riproposizione integrale di Gottfredson. All’epoca, le strisce furono pubblicate in versione integrale e ridimensionata, la seconda è l’unica usata per le ristampe.

Fonti:

Link Inducks: YM 058

Thomas Andrae, Of Mouse & Man 1942-1944: A World Turned Upside Down, in David Gerstein (ed.), Floyd Gottfredson, Gary Groth (ed.), Mickey Mouse: March of the Zombies, «Floyd Gottfredson Library» #7, Fantagraphics Books, Seattle (WA), 7 giugno 2015, pp. 8-13.

Scarica qui le vignette integrali inedite + il finale originale non censurato

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