Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante **** (1933/34)

Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante **** (s. t., poi Mickey Mouse – The Crazy Crime Wave, USA 1933/1934, b/n, 80 strisce) Merrill De Maris (S) e Floyd Gottfredson (T e D), strisce giornaliere 9/10/1933-9/1/1934. Howan, zio di Pippo, muore lasciando al nipote la direzione della sua agenzia investigativa. Pippo, abbastanza nervoso per l’onere di dover dar la caccia a pericolosi delinquenti, accetta di ottimo grado la società con un entusiasta Topolino. Il primo caso importante è la sparizione di maglie dalle case di moltissimi cittadini, che per giunta nottetempo vengono rasati dagli ignoti rapinatori. Il sindaco Scott, furibondo con Topolino e Pippo per i guai da loro commessi durante i primi tempi di attività, assolda per le indagini una coppia di investigatori forestieri (Barke & Howell). Costoro in realtà disdegnano tale incarico e sono sulle tracce di un’organizzazione di falsari, mentre Topolino – giunto in soccorso di Pippo che è stato rapito dai ladri di capelli – scopre infine che questi e i contraffattori di denaro sono un’unica banda. L’arrivo di De Maris – che per due archi narrativi del 1933/34 sostituisce Ted Osborne – rinvigorisce la qualità altalenante del primo Gottfredson con un plot che evita di adattare a Topolino trame già esistenti in altri fumetti, anzi dà vita a una peculiare storia Disney che – come ogni appassionato si aspetta – intreccia indissolubilmente comicità e suspense, dando al risultato una patina di novità. È una parodia della crime story con dialoghi memorabili sin dalle prime battute, sopra cui lo spettro della morte aleggia però palpabile (la morte dello zio Howan per mano di due criminali che stava inseguendo). L’assunto del reiterato furto di indumenti e capelli, degno di una comica, non smorza i toni e «Se si comincia dalle cose piccole, le altre seguiranno a ruota» – aforisma di Topolino – è una brillante chiave d’interpretazione del tutto. Pippo (qui ancora Dippy Dawg) esordisce nell’ambito delle strisce quotidiane (finora era apparso solo nelle tavole domenicali) e questa è anche la primissima volta che viene affiancato a Topolino in una storia d’azione. Il personaggio di Mickey Mouse sta maturando, e un interlocutore destabilizzante e laterale come Pippo (piuttosto sbruffone e pestifero, ancora non goffo e lassista quanto la versione definitiva tracciata da Art Babbitt di lì a poco) contribuisce a esaltarlo. Ci vorranno però circa altri due anni prima che Gottfredson capisca di dover accantonare per sempre il meno interessante Orazio a favore della spalla del Grande Topo oggi più celebre (dopo che il “talento” di Pippo è sfruttato dagli Studios in più cortometraggi del 1935). Gli scorci cittadini, con alti palazzi, si fanno più consistenti. Esilarante nel corso della storia, oggi risulterebbe «inquietante la propensione al travestitismo dei protagonisti» [Franco Villa]. Memorabili anche Barke & Howell che tra i “metodi scientifici” da loro utilizzati hanno una tavoletta Ouija. Il ripasso a china è di Ted Thwaites. Nota anche genericamente come Mickey Mouse the Detective, mentre in Italia il titolo varia: Topolino poliziottoTopolino e Pippo poliziotti, Le straordinarie avventure di Topolino e Pippo poliziotti, Pippo aiutante poliziotto. Una storia di Fabio Michelini ribalta il titolo italiano (Pippo poliziotto e Topolino suo aiutante, 1986), più diretti sono un vero e proprio remake disegnato da Giovan Battista Carpi (Paperino e le teste “a zero”, 1960) e un discreto sequel di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano, in cui tornano il sindaco Scott e signora e alcuni passaggi della storia sono decifrati secondo un’inedita prospettiva (Topolino in L’ultimo caso, 2008). Seguita da Topolino contro il pirata e contrabbandiere Gambadilegno.

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