Topolino e la dimensione Delta **** (1959)

Topolino e la dimensione Delta **** (Italia 1959, b/n e col., 72 p.) Romano Scarpa (S e D), Topolino #206-207 (10-25/3/1959). Un misterioso piccoletto è inviato da un altrettanto misterioso figuro a ricercare Topolino (unico indizio: una foto del topo coi calzoncini che indossava negli anni ’30). Nel frattempo Topolinia è segnata da una strana neve luminescente. Se la città non pagherà un milione di dollari, la nevicata successiva sarà mortale. La scatola coi soldi del riscatto sembra dissolversi nel nulla sotto gli occhi di Topolino e dei poliziotti che la sorvegliano, quindi seguirne la pista per arrivare al ricattatore è impossibile. Nel frattempo l’ometto rintraccia Topolino: si tratta di Atomino Bip-Bip, atomo ingrandito due birilliardi di volte, un fascio di elettroni gli rotea sulla testa ed è in grado di sciogliere la materia emanando un flusso di mesoni. Atomino conduce Topolino dal suo padrone, residente in un’altra dimensione: si tratta di una sua vecchia conoscenza, il Dottor Enigm. Il ricattatore è Gambadilegno, che mira a metter su un proprio esercito: il problema è che ha come alleato un altro atomo ingrandito, che ha meno cognizione del bene e del male, il molesto Atomino Bep-Bep. I dibattiti sulla quarta dimensione suggeriscono a Scarpa lo spunto alla base di uno dei suoi massimi capolavori: l’autore consegna le chiavi per aprire la dimensione Delta (vuota e squallida) nelle mani dell’antico Uomo Nuvola di gottfredsoniana memoria, di cui si eran perse le tracce 20 anni prima. L’avventura del 1959, però, ha per modello le visioni militaresche e apocalittiche del lungo ciclo che Gottfredson disegna per Bill Walsh tra gli anni ’40 e ’50 (anche se Scarpa è meno sconfortante): Gambadilegno nella sua fantasticheria è a capo di una vasta armata di atomi ingranditi mentre ha indosso una divisa da generale dell’Est europeo, il che è una versione aggiornata del suo esercito robotico di Topolino e le meraviglie del domani; il combattimento (gustosamente prolungato come in Tapioco Sesto) tra Pietro e Topolino con armi minuscole è una citazione della guerra che si fanno Topolino e Miklos a suon di giocattoli in Topolino contro Topolino… ma la speciale alchimia tra Topolino e Pietro è squisitamente scarpiana. Buffi barlumi di cameratismo tra i due compaiono improvvisamente (quando Gamba gli porge un sacco di denaro per intavolare una scommessa, quando entrambi devono celarsi ai cannoncini impazziti), ma la fondamentale slealtà di Gambadilegno – anche nei confronti dei propri compagni – è una realtà ben chiara nella continuity scarpiana. Scarpa accantona Pippo e fornisce a Topolino una “spalla” funzionale alla vicenda (reminiscenza delle peripezie di Topolino e del fantascientifico Eta Beta nel ciclo di Walsh e Gottfredson) e i due si dicono addio nel finale della storia, ma in realtà Atomino ha appena iniziato a traghettare Topolino in nuove dimensioni dell’immaginario. Il feeling e il pathos che si instaurano tra i due sono immediati: indimenticabile l’immagine di Topolino che porta in braccio un Atomino esanime in seguito alla sua lotta con Bep-Bep. Si è in piena Guerra Fredda e Topolino per un momento arriva a sospettare la colpevolezza di Enigm con uno sguardo allucinato. La struttura allusivamente “a strisce” che Scarpa attinge da Gottfredson torna a confermarsi nella scansione delle varie situazioni, narrate nel dettaglio tanto da occupare due puntate e concepite con un’alternanza di momenti di suspense e gag fulminanti. A proposito di queste ultime si ricordano nella prima puntata, urbana, Manetta costretto ad arrestare Basettoni per esigenze di opinione pubblica (i cittadini per la strada lo avevano scambiato per un criminale e hanno convocato Manetta apposta) e Topolino e Basettoni costretti ad accettare l’invito a pranzo di due mandriani che vivono nel deserto. Il gigantesco apparecchio che accresce e rimpicciolisce gli atomi tradisce un’etimologia milanese, visto che si chiama «bambatrone» (sic!). L’Atomino di Scarpa è “figlio” di quello che Giuseppe Perego disegnava dal 1955 per Storie e fiabe delle edizioni Alpe. Il ripasso a china è di Rodolfo Cimino. Tradotta in USA negli anni 2000 col titolo Mickey Mouse in the Delta Dimension, ma la presenza di così tante armi sarà stata un tormento per i responsabili, che sono riusciti a rimuovere almeno la pistola extra-diegetica che campeggia nella titolatura della prima puntata. Le avventure del cosiddetto “ciclo di Atomino” proseguono con Topolino e Bip-Bip alle sorgenti mongole.

Fonti:

Link Inducks: I TL 206-AP

Romano Scarpa, Stan Lee e la paura della scienza