Topolino e le meraviglie del domani **** (1944)

Topolino e le meraviglie del domani **** (s. t., poi Mickey Mouse – The World of Tomorrow, USA 1944, b/n, 90 strisce) Bill Walsh (S) e Floyd Gottfredson (D), strisce giornaliere 31/7-11/11/1944. Topolino riceve per posta un misterioso pacco contenente dei vestiti invisibili che una volta indossati – così dice una lettera allegata – mostreranno a Topolino le bellezze del mondo del futuro. Pensando si tratti di un regalo dei suoi amici scienziati, Topolino fa una scappata nel “nuovo mondo” insieme a Pluto, trovando una Terra ipertecnologizzata che ha addomesticato ogni residuo di natura selvaggia. Nominalmente il crimine non esiste più (all’interno della centrale i poliziotti sono impegnati a suonare o dipingere), ma dei misteriosi uomini meccanici rapiscono Minni. Messosi alla sua ricerca insieme all’eccentrico ispettore Gluesome (capace di ricondizionare i robot grazie a un apriscatole), Topolino incappa nella valle nascosta di Mekkakia, in cui Pietro Gambadilegno tempo prima ha sfruttato uno scienziato per assemblare una prima frangia di robot autocostruenti con cui conquistare il pianeta (risultato ottenibile grazie anche all’ausilio di un nugolo di robot dalle fattezze umane che dovrebbero in sordina prendere il posto delle relative controparti umane). A Mekkakia, oltre a una splendida donna-robot che si innamora di Topolino, Mimi, è già pronto un perfetto replicante del topo dalle orecchie rotonde, ossia Topolino, jr. Alla fine non sarà chiaro se si sia trattato di un viaggio reale o un incubo causato a Topolino dal bernoccolo che gli ha procurato in testa l’omino meccanico del nipote Tip. Scappatoia semplice (indossare degli indumenti speciali) ma efficace per non perdersi in troppi preamboli ed esprimere molto presto l’inquietudine walshiana per il progresso e la tecnologia, che nel corso della sua produzione arriverà quasi a livelli di psicosi. Storia splendidamente visionaria, replica i progetti di conquista mondiale (per mezzo di un esercito di robot) di un folle scienziato nelle tavole domenicali di Brick Bradford degli anni ’30, ma questi automi simil-umani con la loro brama di vivere assieme agli uomini o addirittura rimpiazzarli è in notevole anticipo sull’interesse cinematografico per i rapporti uomo-macchina, basti qui citare come idee vincenti l’innamoramento di Mimi per il vivente Topolino (come in Blade Runner) e Topolino-robot geloso della passione di Mimi per Topolino-uomo (come in Saturn 3). Il calcolato piano di sostituzione umana con sosia ci ricorda invece oggi la fantascienza anni ’50 a contenuto extraterrestre (Invasori spaziali, Invasione degli ultracorpi, Vampiri dello spazio). Curiosa la somiglianza con la trama del capolavoro fantapolitico a fumetti di Andrea Lavezzolo e Carlo Cossio La legione del mistero (1945/46), poiché in Italia la storia di Walsh e Gottfredson fu tradotta solo a fine 1946 (segnando l’immaginazione di futuri autori come Romano Scarpa): lì la sostituzione delle personalità più in vista tramite robot dall’identico involucro era programmata da un misterioso nazista scampato ai rastrellamenti. Plot onirico per tutta la sua durata ma lucido in un tempo in cui il tema robotico era ad alto rischio di banalizzazione, e tensione gestita in modo maturo fino in fondo (non abbiamo il climax di un attacco concreto al mondo, tutto si consuma poco prima nell’intenzione di evitarlo). Agghiacciante il sacrificio finale (per lei “mortale”) di Mimi, cui segue un funerale alle poche rotelle che ne sono rimaste (Minni: «Era solo una ragazza meccanica… ma ti amava, Topolino»). È noto che lo spunto provenisse a Walsh dall’Esposizione di New York del 1939-40 dedicata al progresso come preventivato dai pensatori, intitolata appunto Futurama e in cui ospite d’eccezione era il robot Elektro: ben presto i più attenti si accorsero che ad essere esaltato era soprattutto il trionfo del consumismo più sfrenato, cui nella storia di Gottfredson ben vi alludono l’inflazione di macchine volanti nonché la caterva di invenzioni adibite a futili scopi scorse – in un’atmosfera positivista solo in apparenza – nella prima parte della vicenda, una grottesca carrellata di stravaganze che sarà poi tipica delle storie di Walsh dalla fine degli anni ’40 che vedono Topolino esplorare regni dalle consuetudini inusitate. In questo caso è eloquente e disarmante Minni che afferma che «avrebbero dovuto inventare anni fa» lo spray cangiante a piacimento umore e condotta. È un mondo in cui comodità e superfluo non sono più disgiunti, fino alla replica artificiosa della natura (le gocce sparse da Minni da cui si reidrata una fila di formiche, perché si ricrei in pieno un picnic classico), in futuristici scenari lustrosi ma asettici cui ricorrono sia Rodolfo Cimino per Zio Paperone e il ritorno alla natura (1969) che la sceneggiatura del primo sequel (1989) di Ritorno al futuro. A conti fatti, con questa storia Walsh ha finito per tingere di toni dark e pessimisti le utopie dell’ultima fase bibliografica di Herbert George Wells. Almeno inizialmente il «tomorrow world» è definito dalla missiva e da Topolino «post-war world» (“mondo del dopoguerra”): così sarà chiamata dal Pippo di Bill Walsh anche la temibile «postwar kitchen» da lui allestita in casa di Topolino nella catastrofica e ansiogena tavola domenicale del 6 aprile 1947 (disegni di Manuel Gonzales). Il ripasso a china è di Dick Moores. L’abbigliamento speciale di Topolino funge anche da pretesto per un suo passaggio definitivo a un vestiario più moderno e borghese (abbandona quindi i classici calzoncini). È una delle poche sue storie degli anni ’40 – a età “classica” del Topo già conclusa – cui Gottfredson dedica un pregevole acquerello (1980), su commissione del collezionista Malcolm Willits, ed è l’unico suo dipinto riferentesi a uno script di Bill Walsh. Nota informalmente anche come The Tomorrow Wars. Il titolo italiano riecheggia Le meraviglie del duemila, romanzo positivista salgariano del 1907 ambientato nell’anno 2003. Immediatamente seguita da Topolino e la casa misteriosa.

Fonti:

Link Inducks: YM 064

Thomas Andrae, Of Mouse & Man 1944-1946: From Female Gothic to Future Wars, in David Gerstein (ed.), Floyd Gottfredson, Gary Groth (ed.), Mickey Mouse: The Tomorrow Wars, «Floyd Gottfredson Library» #8, Fantagraphics Books, Seattle (WA), 7 dicembre 2015, pp. 8-11.

Futurama (Fiera Mondiale di New York) su Wikipedia

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