Topolino e la casa misteriosa ** (1944/45)

Topolino e la casa misteriosa ** (s. t., poi Mickey Mouse – The House of Mystery, USA 1944/1945, b/n, 66 strisce) Bill Walsh (S), Floyd Gottfredson (D), Dick Moores (D), Paul Murry (D) e George Waiss (D), strisce giornaliere 13/11/1944-27/1/1945. Il defunto zio Maxwell lascia la lugubre casa che fu sede della sua agenzia investigativa al nipote Topolino, accludendovi il compito di bruciarla. Misteriose presenze cominciano ad essere avvertite da Topolino, che è spinto ad abbattere una parete in cantina. Dall’altra parte vi trova una bionda ragazza allo stremo delle forze, che sostiene di esser stata murata lì dallo zio Max per aver scoperto i suoi affari loschi con criminali della peggior risma. Topolino fa trasportare la casa dello zio Max accanto alla sua e per un periodo Drusilla (questo il suo nome) sta a riposo, ma nel frattempo strani avvenimenti si susseguono: Minni, Pluto e il medico cadono in catalessi, Topolino si trova senza saperlo a commettere crimini notturni. Sembra che la colpa sia da imputarsi all’influsso maligno della casa, ma si scopre che in realtà Drusilla è ultracentenaria, ha un cuore malvagio e conosce un’infinità di trucchi, per giunta lo zio Max è ancora vivo. «Sotto il segno lindo e ilare di Floyd, sempre più affiorano scenari terrorizzanti come quelli della Casa misteriosa […]. Pur lontani da divise, da bombe e da carri armati, al lettore incutono paura, mentre esorcizzano orrori assai più grandi» [Alberto Becattini]. La critica ha anche rintracciato in Drusilla, oltre lo stereotipo della dark lady, un riferimento più o meno consapevole ai costrutti sociali che avviluppano le donne, forzate – come Drusilla – a prolungare ad libitum la propria gioventù perché sarebbe l’unica qualità richiesta loro dal maschio. Ma stavolta gli elementi manifestamente horror non vivono la stessa rielaborazione brillante dell’Isola della morte, la sceneggiatura non rende memorabile l’antagonista né gli ambienti e soffre di puntuali incertezze nello svolgimento, tanto che gli intermezzi comici delle porzioni disegnate da Paul Murry risultano a conti fatti il “difetto” meno grave. Rimane lo straniante accenno alle atmosfere alla Abraham Merritt che vedono il mondo contemporaneo attraversato da forze imperscrutabili (ingredienti che raggiungeranno più tardi il picco del nonsense orrifico nel cinema di Dario Argento e Lucio Fulci), nonché l’aperto verificarsi di morti e omicidi piuttosto raro nelle storie Disney (il notaio strangolato da due mani fantasmatiche, Drusilla incenerita nel rogo finale della casa). Ma è come leggere un horror (narrato modestamente) che incidentalmente vede la partecipazione degli spaesati personaggi Disney. La storia della ragazza in realtà vecchissima (per un elisir di giovinezza da lei scoperto) ha un suo discreto fascino benché derivativo, ma per la fretta di precipitare gli eventi si perde l’occasione di approfondire ulteriormente l’impatto della presenza di Drusilla nella comunità (nella prima parte della storia essa è in versione bobbysoxer, come le ragazze di Fred Moore del lungometraggio Disney Musica, Maestro!, del 1946): un binomio ingenuità/erotismo avrebbe fatto il paio col classico morte/erotismo che esplode nell’epilogo violento e infine liberatorio. Topolino ipnotizzato per commettere crimini (topos interessante ma che occupa un numero risicato di strisce) attinge forse al racconto Nightmare (1941) di Cornell Woolrich in cui la forza del sogno è quasi tale da spodestare la realtà, da cui furono tratti due film diretti entrambi da Maxwell Shane: Fear in the Night (1947) e Giorni di dubbio (Nightmare, 1956). Graficamente la storia è tutt’altro che omogenea: la ripassa a china nella sua interezza Dick Moores ma alle matite si alternano Moores, Gottfredson (che spesso disegna solo le teste dei personaggi principali, ma il finimondo delle ultime strisce è tutto suo), Paul Murry e George Waiss, e la differenza tra il Maestro dello Utah e le altre mani si fa sentire. Segue un mese di strisce autoconclusive (solo alcune di esse disegnate da Gottfredson), poi prende il via la singolare epopea western di Topolino e Billy il Topo. In Italia ha circolato per molto tempo una sua versione ricalcata.

Fonti:

Link Inducks: YM 065

Thomas Andrae, Of Mouse & Man 1944-1946: From Female Gothic to Future Wars, in David Gerstein (ed.), Floyd Gottfredson, Gary Groth (ed.), Mickey Mouse: The Tomorrow Wars, «Floyd Gottfredson Library» #8, Fantagraphics Books, Seattle (WA), 7 dicembre 2015, pp. 8-11.

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