Topolino e Pippo a Hollywood *** (1951)

Topolino e Pippo a Hollywood *** (s. t., poi Mickey Mouse – Dry Gulch Goofy, USA 1951, b/n, 78 strisce) Bill Walsh (S) e Floyd Gottfredson (D), strisce giornaliere 26/3-23/6/1951. Dopo cinque mesi di assenza (le tre avventure precedenti, tra loro concatenate, si sono svolte all’estero) Topolino torna a casa e scopre che Pippo è un cantante country in ascesa (nome d’arte: «Pippo Golasecca»). Avvinti da un frastornante talent scout, Pippo e Topolino accettano di recarsi a Hollywood per coronare la propria carriera col mestiere di attore l’uno, intraprendere la regia cinematografica l’altro. Topolino si infatua della diva Hester O’Hither, Pippo per vincere la propria timidezza si lascia ipnotizzare da un esperto ma diventerà così borioso e intrattabile che finisce per cacciare dal set suo zio Timmy venuto a trovarlo. Bill Walsh – sceneggiatore, pubblicista e PR a Hollywood prima di essere assunto allo Studio Disney nel 1943 – stende uno script che abilmente mostra Topolino e Pippo sotto una luce inedita. Arrivisti e gaudenti per adattarsi al nuovo ambiente in cui operano, il ritorno all’unica dimensione loro consona è inevitabile per riconfermarne l’identità. Le stoccate sul mondo di Hollywood non vanno al risparmio, in un periodo di transizione – il declino della Hollywood classica – adatto alle riflessioni mediali (L’asso nella manica, Viale del tramonto, Il bruto e la bella): a parte le classiche gag sull’attrito tra la vita borghese e quella da VIP, «Topolino, senza alcuna esperienza, viene assunto come regista e ribattezzato Michel de Mousse […] Il capo della Cataclisma Film, l’uomo più potente di Hollywood, è un nanerottolo […] Le attrici sembrano avere scoperto il segreto dell’eterna giovinezza, infatti non c’è alcuna apparente differenza tra la diva Hester O’Hither, sua figlia e sua nipote» [Alberto Becattini]. La situazione con la diva attempata ma giovanile ricorda una sequenza del Barney Google di Billy DeBeck risalente al gennaio 1926, ma Walsh inverte il segno della carica estetico-anagrafica della gag: Barney accantona l’idillio quando scopre che il nipote di lei è un anziano individuo. Insomma, un mondo che sembra fatto della stessa materia degli sfondi cinematografici, che acuisce la differenza con la vita ordinaria e richiede determinanti compromessi. Ma il rapporto fra Topolino e Pippo è il piatto forte di questa sequenza, e la vera novità è la risolutezza di Topolino nell’affossare la carriera dell’amico pur di farlo tornare quello di una volta. Il personaggio che spicca maggiormente è Pippo, della cui insospettabile sfaccettatura psicologica Walsh e Gottfredson si prendono cura dopo averlo accantonato per diversi anni a favore di Eta Beta, quindi è adeguato che spesso la storia sia proposta semplicemente come Pippo a Hollywood (nella storica antologia I pensieri di Pippo all’interno degli Oscar Mondadori del 1970, introdotta da Ranieri Carano e Mario Gentilini). Tutto sommato è un remake ampliato di Topolino e le delizie della gloria contaminato con Topolino e l’eredità di Pippo, storie brevi dei due stessi autori. Nelle strisce dal 30 aprile al 5 maggio Gottfredson prova a modernizzare Pippo definendo nel dettaglio il contorno dei suoi occhi, ma smette presto. Escluse le ristampe filologiche, in Italia le edizioni di questa storia omettono spesso qualche striscia. Conosciuta informalmente anche come Hollywood, e in Italia come Topolino fra le stelle (titolo della sua primissima traduzione, negli anni ’50) e Topolino e i misteri di Hollywood. Seguita da Topolino e lo spettro fallito.

Link Inducks: YM 125

Lascia un commento