Zio Paperone e il “botto” siderale ***½ (1972)

Zio Paperone e il “botto” siderale ***½ (Italia 1972, col., 30 p.) Rodolfo Cimino (S) e Giorgio Cavazzano (D), Topolino #856 (23/4/1972). Un usurpatore ha destituito – e imprigionato in una fossa – il legittimo sovrano del lontano pianetino di Energonia. La sua ricchezza consiste nell’ingente massa di accumulatori di energia custoditi nel suo deposito. L’illegittimo apprende che nell’universo l’uomo che possiede più moneta è Paperon de’ Paperoni, così gli lancia un cartello di sfida all’ultimo sangue. Paperone non trova aiuto presso le autorità e risponde alla sfida degnamente, partendo coi nipoti su un’astronave e usando come arma una combinazione energetica di denaro e iniziativa. Cimino sperimenta nuovi e interessanti rapporti fra corpo e macchina (l’energia del pianetino come proiezione esosomatica), aprendo a dilemmi in chiave proto-cyberpunk. Nel pianeta di Energonia la ricchezza nazionale è costituita dall’energia conservata, che dall’umano corpo motore passa agli accumulatori: i nuovi strumenti, del corpo umano ne ereditano anche il comportamento (vedi i gendarmi elettronici monoruota). La contrapposizione tra Zio Paperone e un suo omologo – vista in un’ottica speculare e relativistica in cui ciascuno dei due ha una propria peculiare fonte di ricchezza (come già in Zio Paperone e la guerra delle conchiglie) – è qui al meglio definita e sviluppata, Zio Paperone a differenza del suo avversario non sottovaluta la potenza nemica e l’idea dell’energia con qualità di moneta apre infiniti scenari nella narrativa. L’apparato controffensivo di Paperone ha una potenza additiva (le iniziative segrete che l’anziano papero non ha mai messo in atto) che rendono la storia una fiaba morale e insieme una parabola a un tempo umanitaria e sulle spinte propulsive dell’universo (e dell’uomo). Zio Paperone rappresenta una potenza cosmica, è il giusto colonna del mondo come un demiurgo organizzatore, che prima di mettere ordine intorno a sé lo ha messo dentro di sé («Non vi fosse che un solo Giusto sulla terra, basterebbe a sostenere il mondo» recitava il Talmud). Dando vita pulsante a un ulteriore tramite ciminiano fra le tradizioni passate e il futuro alle porte. Ma oggi Cimino è ripescato dall’editoria per le sue qualità più scontate e facilmente smerciabili, non certo per le sue idee politiche e le intuizioni sociali (di questi tempi si preferisce teorizzare sulla sceneggiatura disneyana perfetta, o meglio la più professionale): in questa temperie impoverita Zio Paperone e il “botto” siderale può apparire come un soggetto solo eccentrico e immaginifico, ma Cimino condivide l’assunto sul progresso culturale guidato dalle evoluzioni in campo energetico più che tecnologico (vedi l’opera senile di André Varagnac1 sulla conquista delle energie, edita nello stesso ’72), solo che a questo punto un cambiamento funzionale (contro i possibili, nuovi scenari sociali, istituzionali, politici, culturali apportati da Energonia padrona) può avvenire se l’uomo-Paperone si mette a capo attivamente – in una posizione centrale, dunque – delle possibilità avveniristiche dell’energia (allineandosi Cimino, in autonomia, con la morale di Varagnac contraria al predominio dell’energia). Paperone produttore di cultura fa la differenza, non si lascia dominare dall’energia ma ha la forza di un’azione disinteressata, qui si è oltre la semplice notazione confortante sul buon cuore del vecchio taccagno (come i vecchi finali di Romano Scarpa), altresì è la richiesta dei lettori disneyani di oggi, ma a un livello solo superficiale (coadiuvati da un’arrendevolezza diffusa negli autori, cauti fino all’insipienza, allo spirito dei tempi). Le vignette spaziali del primo Cavazzano sono concise, ma efficaci e aggressive (la battaglia tra le astronavi via energia). L’onomatopea cubitale «Crumb!» sarà casuale? Pungente anche la stoccata anti-amministrativa che vede la città (così come il Paese) tassare il patrimonio di Paperone… per poi voler darlo in pasto agli alieni nel tentativo di evitare ripercussioni sull’umanità tutta. È la seconda volta che il Paperone ciminiano ricorre alla sapienza di Pico de Paperis, personaggio che compare complessivamente in solo 3 storie dell’autore friulano (tutte del ’72).

Fonti/Note:

Link Inducks: I TL 856-C

1 La conquête des énergies, Hachette, 1972. Non stiamo parlando di voler sovrapporre il pensiero di Cimino a quello di Varagnac. Cimino è ancora sensibile allo sfruttamento operaio e della sua forza muscolare, Varagnac è già preoccupato da come introdurre nuove forme di azione e lavoro fisico che ridiano all’uomo una partecipazione più attiva alla creazione della sua stessa cultura. Per una breve spiegazione in italiano del suo testo, vedi Bernardo Bernardi, Uomo cultura società. Introduzione agli studi etno-antropologici, Franco Angeli, 1982, pp. 87-88.

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