Paperino e l’antidollaròssera *** (1957)

Paperino e l’antidollaròssera *** (Italia 1957, b/n e col., 25 p.) Romano Scarpa (S e D), Almanacco Topolino #7 (1/7/1957). Per un equivoco, Paperone crede che i suoi soldi siano colpiti dall’affezione detta dollarossera, la quale sarebbe in grado di trasferirsi sugli umani. Lunghe sono le ricerche per ritrovare il prof. Talpo, l’unico che lo aveva messo in guardia contro la malattia, e infine è rintracciato su un isolotto vulcanico. Paperone e lo scienziato si accordano presto per la produzione dell’antidoto, ma entrano in scena i Bassotti (in un numero elevato), intenzionati a rallentare la riunione tra il fantastiliardario e i suoi dollari “in quarantena”. Faranno di tutto per spaventare il professore e poi gli stessi Paperi simulando un risveglio del vulcano, ma infine l’isola esploderà davvero. La “colpa” di questa storia è l’essere scarpiana, cosicché ha porto facilmente il fianco alla critica di non essere all’altezza delle altre prestazioni dell’autore, specialmente dello stesso periodo. Ma concedendo che le trovate non siano tutte da podio, si deve ugualmente tener conto di quanto alcune fossero in quel momento fresche e suscettibili di un ri-uso ancora immune dal logorio (la malattia del denaro, i Paperi che dormono in un sacco a pelo perché la trattativa fra Zio Paperone e la controparte vanno per le lunghe). Scarpa si rilassa sul divertimento puro, accantona complessità tematica e spessore emotivo ma il suo tocco sofisticato è sistematico e inconfondibile: quando si scopre che Talpo vive nell’unico isolotto non coperto dalla ricerca dei Paperi; la gag “chiamata” dell’unico bottone che il pilota dilettante Paperino non doveva toccare. Una debolezza di Scarpa è l’eccessiva fiducia nell’humour delle situazioni da lui create ma qui è ben riposta, tra un ricco catalogo di esternazioni paperoniane di sofferenza (quante altre storie potevano vantarlo, all’epoca?) non prive un soffio di naturalezza (piagnucolando, su Talpo: «Non gli ho aperto la porta, così non so nemmeno che brutta faccia abbia!»), brillanti manifestazioni paradossali (Paperino esorta Qui Quo Qua a far scendere Paperone dal tetto «con dolce violenza»), e l’imprevista reazione del prof. Talpo alle eruzioni del vulcano (con frustrazione a un certo punto rassegnata dei Bassotti). Irrefrenabile, raggiunge l’apice dell’energia nella qualità da film animato dell’addestramento aviatorio di Paperino: è un passaggio narrativo considerabile piuttosto una pausa (ma iper-dinamica), che non avrà seguito ma è un gioiellino, in cui Scarpa riesce per giunta a far dimenticare il peso delle ristrettezze dell’Almanacco (il suo formato imponeva quattro file di vignette per pagina, impedendo il loro sviluppo in lunghezza): in tutta la storia ricorre con costanza al campo lungo e alla raffigurazione per intero dei personaggi, impreziosendo i primi piani ed evitando il possibile quello americano, mentre i colleghi erano meno attenti e più casuali. La dollarossera è un MacGuffin sfacciato e Scarpa arriva perfino a disinteressarsi di chiarire se esiste o è il parto della mente di un ciarlatano, visto che nel mondo nessuno scienziato la conosce (molti lettori non lo avranno giudicato un atto onesto). Potranno considerarla una storia minore nella collezione scarpiana per quanto Scarpa non si sia impegnato ad assorbirla nella sua nota poetica, un riempitivo addirittura, ma ripagava le attese – perfino le più esigenti – del lettore di allora. Scarpa è affascinato dalle possibilità multimediali di un multimiliardario (qui possiede ufficialmente «cinque ettari cubici» di denaro) e le sfrutta fino all’osso (come nel contemporaneo Scozzese Volante), non come Martina, che preferisce trarre la comicità da un personaggio spesso sprovveduto come gli altri (ma con in più, casualmente, un cumulo di miliardi). A proposito di Martina: a lui questa storia è stata attribuita per decenni, ma l’interesse di Luca Boschi ha permesso di ufficializzare la piena attribuzione scarpiana tra gli anni ’90 e i primi 2000, comunque un dato che il lettore già intuiva in autonomia. Le viene rifatto il lettering sul mensile Zio Paperone, operazione che ha neutralizzato le riconoscibili scelte lessicali scarpiane: usava «hum» al posto di «uhm». Tradotta negli Stati Uniti nel 2006 come Uncle $crooge in Anti-Dollarosis.

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