Paperino e l’eco magica *** (1949)

Paperino e l’eco magica *** (Donald Duck, poi Donald Duck – Managing the Echo System, USA 1949, col., 10 p.) Carl Barks (S e D), Walt Disney’s Comics and Stories #105 (6/1949). Paperino dovrà tenere un discorso sull’eco a un picnic dei Nature Boys (sic!), si reca quindi in una valle nelle vicinanze per far pratica. Il suono che gli torna indietro, però, è familiare: sono infatti i Nipotini a replicare la sua voce, e vogliono scucirgli 10 cents per ogni suono riprodotto. Le due fazioni apprendono ben presto sia le rispettive identità, sia il fatto che l’altra la conosca, ma il confronto continua sempre più agguerrito: i Nipotini vogliono racimolare la somma necessaria per assistere a una partita di baseball, Paperino sottopone loro suoni sempre più improponibili convinto che non riusciranno a ripeterli (e ogni volta ritira la moneta dalla cassetta grazie a una cordicella). Episodio sorprendente, vivace e moderno che, in virtù del suo apparato acustico che vive per inteso, sembra soffrire i limiti del mezzo cartaceo: l’esplosione di suoni – che raggiunge l’apice surreale nell’impronunciabile verso del corvo rauco siberiano, noleggiato da Paperino allo zoo – vuol transitare direttamente nel mondo dell’animazione, dove avrebbe in effetti conseguito l’esito più totalizzante (soprattutto grazie a un impianto stereofonico): il suono si somatizza nei movimenti frenetici di Quo Quo Qua, che lo reiterano come in un’orchestra (dopo che Paperino, nel produrre i suoni, ha fatto quasi una danza). La continuità fonico-ecoica si fa velleitario dispositivo di supremazia e di controllo (un classico, nell’asse Paperino/Nipotini) ma la storia è specialmente un modo per visualizzare le modalità di produzione del suono, che sia “umano” (da antologia – alle pagine 2 e 9 – la bocca e il corpo di Paperino in istruttive pose, atte a modulare la voce nella maniera voluta: si riconferma il rilievo della gestualità insieme a quello della parola) o che sia artificiale (i Nipotini si ingegnano a replicare i rumori di Paperino usando strumenti e animali, omaggiando – quindi – anche l’artigianato degli effetti sonori nel cinema e nell’animazione). A una riunione di Nature Boys [nella prima edizione italiana sono inappropriatamente «la Società Filarmonica»], senza nerbo, già superati e caricature di loro stessi, il narcisistico sfoggio di Paperino è accolto da un’eco che stavolta, finalmente, stravolge le sue parole (meccanismo sfruttato nel teatro sin dagli albori dell’età moderna)… condannando Paperino al pubblico ludibrio se questi non mette nella cassetta la somma che i Nipotini pretendono di meritare. Da notare è che nella storia non si verifica nessun fenomeno di eco naturale: la riproduzione di ogni suono o parola soggiace ai capricci del relativismo, e il legame tra suono e significato si fa giocoso. Per ragioni non chiarite, nella prima traduzione italiana l’urlo di Paperino che fa arrossire il Nipotino – e lo fa prorompere in una passionale negazione – non è «Quo ha la ragazza» ma «Quo ha rubato la marmellata». Nota anche informalmente come Echoes Practice. Il comico impegno profuso nella creazione artificiale di un’eco torna in una storia barksiana dall’impianto più tradizionale, Paperino e la collina echeggiante (1958).

Fonti:

Link Inducks: W WDC 105-02

Carl Barks, Donald Duck – “Lost in the Andes”, «The Complete Carl Barks Disney Library» #7, Fantagraphics Books, Seattle (WA), novembre 2011, pp. 221-222.

Susan L. Anderson, Echo and Meaning on Early Modern English Stages, Palgrave Macmillan, New York (NY), 2017.

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